Benvenuti, nell’articolo qui sotto vi parlo della grande migrazione del Serengeti National Park, incrociata in diverse occasioni nel corso del viaggio East African Safari effettuato con Avventure nel Mondo nei mesi di settembre/ottobre 2019.
La migrazione nel Serengeti durante il nostro East African Safari
Nel corso del nostro “East African Safari” abbiamo avuto modo di incrociare in diverse occasioni la “transumanza”, uno dei più grandi fenomeni migratori annuali del mondo.
Questo spettacolare evento vede lo spostamento di milioni di capi di erbivori, come gnu e zebre, alla ricerca di pascoli rigogliosi, in un epico percorso che parte dal Parco Nazionale del Serengeti, attraversa molte altre aree e riserve, per poi ritornare nel Serengeti.
È una danza naturale che segue il ritmo delle stagioni e delle piogge, offrendo uno spettacolo unico e commovente della natura selvaggia.
Purtroppo, se da un lato l’ “East African Safari” permette con le sue tappe serrate di vedere tantissimo, dall’altro consente pochissime soste per le fotografie e nessun appostamento.
Questo è un peccato, poiché i documentari ci hanno abituati a scene mozzafiato riprese presso i fiumi, dove le mandrie, nel guadare le acque, cercano disperatamente di sfuggire ai coccodrilli.
La mancanza di queste soste priva i visitatori di un’esperienza visiva intensa e indimenticabile, lasciando solo il ricordo di un rapido passaggio attraverso una delle meraviglie naturali più straordinarie del pianeta.
Tanzania, Serengeti National Park: la grande migrazione
La maggior parte delle fotografie di questo articolo sono state scattate nel Serengeti National Park, che è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1981.
Continuazione del kenyota Masai Mara, il parco rappresenta una delle principali attrazioni turistiche della Tanzania.
Caratterizzato da pianure erbose punteggiate da maestosi alberi di acacia, il Serengeti copre un’area impressionante di 15.000 chilometri quadrati, rendendolo il più grande Parco Nazionale della Tanzania.
Il suo nome, nella lingua delle popolazioni Masai, significa “pianura sconfinata”, e rende perfettamente l’idea della vastità e della bellezza incontaminata di questo luogo.
Qui, ogni anno, si svolge uno degli spettacoli naturali più affascinanti del pianeta: la Grande Migrazione, durante la quale milioni di gnu, zebre e altri erbivori attraversano le pianure in cerca di pascoli freschi.
Questo ciclo eterno di vita e sopravvivenza non solo attrae turisti da tutto il mondo, ma sostiene anche una ricca biodiversità, rendendo il Serengeti un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura e della fotografia.
Una delle dieci meraviglie del mondo naturale
La grande migrazione è considerata una delle “dieci meraviglie del mondo naturale”.
Questo evento straordinario cattura l’immaginazione di milioni di persone, offrendo uno spettacolo di vita selvaggia senza pari.
Nel nostro caso, però, devo dire con rammarico che è stata quasi sempre osservata e fotografata con estrema difficoltà.
Il nostro camion, in piena e assordante corsa su piste sterrate piene di buche, ci costringeva a balzi incredibili sui sedili, rendendo ogni tentativo di scattare una foto un’impresa ardua.
Nel giorno del nostro arrivo al Serengeti, quando abbiamo incontrato le più grandi mandrie di gnu, uno scossone particolarmente violento provocato da una buca ci ha fatto perdere il tavolo da campo, e il caos era tale che ce ne siamo accorti solo giunti a destinazione.
Questo incidente ha aggiunto un ulteriore strato di frustrazione al nostro viaggio, già segnato dalla difficoltà di apprezzare appieno la magnificenza della grande migrazione.
Nonostante tutto, la visione di quelle immense mandrie in movimento resta un ricordo indimenticabile, un promemoria della forza e della bellezza della natura selvaggia che, nonostante le avversità, continua a stupire e affascinare.
Uno spettacolo di vita impressionante
Questi incontri sono stati un valore aggiunto a un viaggio che aveva altri obiettivi e hanno acceso in noi il desiderio di tornare nel Serengeti per un viaggio mirato sulla transumanza.
Osservare questo spettacolo di vita davvero impressionante, dove milioni di animali si muovono in un’armoniosa coreografia naturale, è un’esperienza che va oltre ogni aspettativa.
Tuttavia, c’è la consapevolezza che nel mezzo della savana non si può dare per scontato di trovarsi “al posto giusto nel momento giusto”.
La natura segue i suoi ritmi imprevedibili e spesso ci ricorda la nostra piccola presenza nel grande schema delle cose.
Ma è proprio questa incertezza che rende il ritorno ancora più affascinante: con la voglia di provarci, di sfidare la fortuna e di vivere ancora una volta l’emozione di essere testimoni di uno degli eventi più straordinari del pianeta.
I movimenti degli animali sono strettamente legati alle piogge
A questo proposito ho fatto qualche ricerca: pur essendo noto a grandi linee il percorso della Grande Migrazione, i movimenti degli animali sono strettamente legati alle piogge che determinano la crescita dell’erba fresca di cui hanno bisogno.
Prevedere il periodo in cui le mandrie saranno più o meno aggregate e dove e quando transiteranno significa, in qualche modo, prevedere le piogge.
Questa variabile rende la programmazione di un viaggio con l’obiettivo specifico di seguire la migrazione un’impresa complessa anche per le agenzie specializzate.
Nonostante la sfida, il fascino di assistere a questo evento naturale unico giustifica ogni sforzo organizzativo.
La natura imprevedibile del fenomeno aggiunge un elemento di avventura e incertezza che rende l’esperienza ancora più eccitante e memorabile, sottolineando la bellezza incontrollabile e selvaggia del Serengeti.
La più grande transumanza di mammiferi al mondo
In ogni caso, è un fenomeno di fama mondiale che ogni anno attrae migliaia di turisti provenienti da ogni parte del globo, con una stima di circa 90.000 visitatori annuali.
Il Serengeti è il punto di partenza e arrivo della marcia, ed è in questo parco che è possibile ammirarla sia in estate (da luglio a settembre) che in inverno (da dicembre a marzo).
È il cuore pulsante della ‘Grande Migrazione’, la più grande transumanza di mammiferi al mondo, che vede protagonisti milioni di gnu e migliaia di altri animali lungo un percorso di 800 chilometri tra Tanzania e Kenya (Masai Mara).
Tra i mesi di ottobre e novembre, gli animali iniziano l’attraversamento del fiume Mara, che segna il confine tra i due paesi, dirigendosi verso la parte nord-orientale del Serengeti.
Da lì, seguendo i ritmi delle piogge, inizia il loro viaggio circolare che si conclude a luglio nella parte nord-occidentale.
Nel mezzo di questo percorso, l’evento più importante: la nascita dei nuovi cuccioli nel mese di gennaio nel sud del Serengeti, che vedrà le mandrie ripartire non appena svezzati.
Questi parchi condividono un ecosistema comune, con confini che esistono solo sulle mappe geografiche, sottolineando la fluidità e la continuità di questo straordinario spettacolo naturale.
Un cruento rito di passaggio
I grandi fiumi Grumeti e Mara rappresentano senz’altro gli ostacoli più difficili di questo epico tragitto.
Le mandrie, spaventate e determinate, si avventurano nelle acque torbide dove diventano prede facili per i coccodrilli, che attendono pazientemente il loro pasto.
Solo i più forti e fortunati riescono a superare questi temibili predatori e continuare il loro viaggio verso il Kenya.
Dalle sponde del fiume Mara, abbiamo avuto l’opportunità di osservare da vicino questi famosi coccodrilli, testimoniando la brutalità e la bellezza di questo cruento rito di passaggio.
Ogni attraversamento è un momento carico di tensione e speranza, una lotta per la sopravvivenza che ci ricorda la forza della natura e il fragile equilibrio della vita nella savana.
Questo spettacolo, pur cruento, è parte integrante della Grande Migrazione, rendendo ancora più straordinaria l’esperienza di chi ha la fortuna di assistervi.
La vita di uno gnu è un pellegrinaggio senza fine
L’umile leader della migrazione è lo gnu, un animale la cui straordinaria capacità di sopravvivere in un ambiente così ostile risiede nella sua forza numerica.
Questi straordinari erbivori possono raggiungere anche il milione e mezzo di capi, e il loro istinto di sopravvivenza li spinge a continuare inesorabilmente il proprio cammino, accompagnati da circa 200.000 zebre e 350.000 gazzelle di Thomson.
Questo viaggio epico, che non ha un vero inizio né una fine, è un ciclo perpetuo di movimento e adattamento.
La vita di uno gnu è un pellegrinaggio senza fine in costante ricerca di cibo e acqua, un’impresa collettiva che rappresenta uno degli spettacoli più affascinanti della natura.
Questa migrazione è molto più di un semplice spostamento; è una testimonianza della resilienza e della determinazione di queste creature, un viaggio che simboleggia la lotta per la sopravvivenza e l’incredibile interconnessione dell’ecosistema del Serengeti.
Le più disciplinate nella loro marcia sono le zebre
Sicuramente, le più disciplinate nella loro marcia sono le zebre.
Questi eleganti animali si dispongono in file ordinate, dove ogni elemento segue quello precedente con precisione impeccabile, adattando la propria andatura al ritmo del gruppo.
Questa organizzazione meticolosa non è solo affascinante da osservare, ma è anche una strategia vitale per la sopravvivenza.
Seguendo un leader con esperienza, le zebre riescono a navigare attraverso le insidie del percorso, rallentando o accelerando quando necessario per evitare predatori o per attraversare terreni difficili.
La loro capacità di mantenere questa formazione ordinata consente un movimento più efficiente e sicuro, riducendo il rischio di separazione e aumentando le loro possibilità di sopravvivenza.
Questo comportamento disciplinato e coordinato rappresenta uno degli spettacoli più affascinanti e armoniosi della Grande Migrazione, sottolineando l’intelligenza collettiva e l’adattabilità di queste incredibili creature.
,,, a volte si fanno strani incontri… e ci si accompagna con tipi singolari…
La sopravvivenza degli erbivori è sempre in discussione
Abbiamo potuto vedere e fotografare spesso, nei pressi delle mandrie, anche i grandi predatori come i leoni e i ghepardi, dominatori incontrastati delle ampie pianure del Serengeti.
Questi maestosi cacciatori, pur essendo animali stanziali nei loro territori, seguono le mandrie di gnu e gazzelle in transito quando le loro strade si incrociano.
Questo movimento porta spesso a scontri territoriali, mettendo in discussione le alleanze tra i maschi dominanti e i rapporti all’interno di uno stesso branco.
Con i grandi predatori si avvistano facilmente anche sciacalli, iene maculate e numerosi altri piccoli e affascinanti cacciatori, come il magnifico gatto selvatico.
La sopravvivenza degli erbivori è sempre in discussione; una piccola distrazione può rivelarsi fatale, trasformando un tranquillo pascolo in una lotta per la vita.
Ogni incontro tra preda e predatore è un dramma carico di tensione e inesorabile bellezza, che evidenzia la cruda realtà della catena alimentare.
Fotografare questi momenti è un privilegio che offre uno sguardo intimo sulle dinamiche della natura selvaggia, ricordandoci la fragile bellezza e la brutalità del ciclo della vita nel Serengeti.
Qui sotto l’articolo pubblicato su Adobe Creative Cloud Express
Ho pubblicato altri articoli sul viaggio East African Safari: East African Safari, la grande traversata, Uganda, gorilla trekking, Uganda, street photography
Lutaaya fred -Reise Uganda Und Ruanda said on
worth to visit by any one
Fabrizio said on
It’s really true, thanks for visiting the blog.