Dopo quello su Pingyao, anche questo articolo è stato ispirato da Tiziano Terzani e dal libro “La fine è il mio inizio”. Nel periodo in cui lo scrittore era l’inviato in India per il settimanale tedesco Der Spiegel, venne chiesto all’allora giornalista di parlare dell’India, del boom e della grande espansione economica.
Tuttavia, Terzani, con il suo spirito indomito e la sua sete di verità autentiche, preferì sfuggire alle luci abbaglianti della modernità rappresentata da Bangalore, il cuore pulsante dell’industria informatica, e “se ne andò in giro per i deserti del Rajasthan a scrivere di un tempio dove si adorano i ratti”.
Questa scelta, tanto audace quanto inusuale, riflette la sua volontà di andare oltre le apparenze e scoprire il vero volto dell’India, un paese di contrasti e misteri millenari.
Nasce così questo articolo sul Karni Mata, “il tempio dei topi”, visitato nel corso del viaggio in Rajasthan effettuato con Avventure nel Mondo nel marzo 2018.
Il tempio, situato a Deshnoke, è un luogo unico dove migliaia di ratti, considerati sacri, vivono in simbiosi con i devoti, offrendo uno spettacolo affascinante e al contempo surreale che incarna perfettamente il sincretismo culturale e religioso dell’India.
In questo contesto, il viaggio diventa non solo un’esplorazione geografica, ma anche un’immersione profonda nella spiritualità e nelle tradizioni ancestrali del subcontinente, evocando la stessa curiosità e meraviglia che animavano le cronache di Terzani.
Il Tempio dei topi: un viaggio nel Sacro e nell’insolito al Karni Mata
Il Karni Mata è un tempio Indù, scolpito in marmo bianco e riccamente decorato, situato nella parte settentrionale del Rajasthan, a circa trenta chilometri da Bikaner, nei pressi del villaggio di Deshnoke. Già dall’esterno, con le figure di topi presenti ovunque nelle decorazioni, è evidente che sono proprio loro ad essere venerati. Per garantire la loro incolumità, le zone all’aperto sono coperte da reti per evitare che gli uccelli possano entrare.
La caratteristica peculiare del Karni Mata è la presenza di un numero impressionante di topi, stimato tra i 20.000 e i 25.000 roditori. È l’unico tempio al mondo dove i topi, chiamati kabbas, sono trattati come delle divinità e coccolati dai fedeli con latte e dolci.
Questi roditori, non avendo alcuna paura dell’uomo, si muovono liberamente tra i visitatori, correndo persino tra i loro piedi. Per i devoti, questo comportamento è di buon auspicio e simboleggia la protezione divina. Tuttavia, per chi non è abituato, trovarsi circondato da una moltitudine di topi può risultare un’esperienza sconcertante e poco piacevole.
Il tempio, dedicato alla dea Karni Mata, che secondo la leggenda reincarna le anime dei suoi devoti in topi, rappresenta un affascinante esempio di sincretismo religioso e culturale. La visita a questo luogo sacro non è solo un viaggio fisico ma anche un’immersione profonda nelle credenze e tradizioni millenarie dell’India, offrendo uno spaccato unico di un culto che celebra la vita in tutte le sue forme, anche quelle più insolite e inaspettate.
Un’esperienza unica al Tempio di Karni Mata: tra Sacralità e curiosità
Vista la situazione appena descritta, con topi che correvano tra le gambe, è comprensibile che non tutti i partecipanti siano riusciti a completare la visita del tempio. Detto questo, c’è però da ricordare che il Karni Mata è un tempio indù in cui i fedeli si recano ogni giorno per rendere omaggio.
È un luogo di culto e, anche se l’istinto potrebbe essere quello di urlare ogni volta che un topo passa sui piedi, è necessario mantenere un comportamento adeguato e rispettoso.
Per chi non se la sente di entrare nel tempio, è possibile fare “un assaggio” dell’esperienza fermandosi nel cortile esterno. Da lì si possono osservare i topi bere il latte da alcune ciotole, mantenendo comunque una distanza di sicurezza.
All’esterno del tempio ci sono bancarelle dove è possibile acquistare i dolciumi di cui i topi vanno ghiotti.
Un’usanza che farà rabbrividire noi occidentali è la possibilità di mangiare il cibo rosicchiato dai topi, considerato un vero onore dai devoti. Alcuni fedeli comprano il cibo nelle bancarelle all’esterno e cercano di far dare pochi morsi ai topi per poi completare il pasto, credendo che ciò porti fortuna e benedizioni.
Questo rito, tanto singolare quanto affascinante, offre un’ulteriore finestra sulle profonde e complesse tradizioni culturali e religiose dell’India, dove la sacralità assume forme che sfidano le nostre percezioni e sensibilità occidentali.
Karni Mata: la devozione dei pellegrini
Al tempio, come in tutti i templi dell’India, si entra senza scarpe e all’ingresso sono presenti degli stand dove lasciarle. In questo caso, munirsi di coperture per i piedi è particolarmente importante perché il pavimento di marmo del tempio è pieno di escrementi dei topi.
Viaggiando molto, e considerata la stranezza di questo tempio, è facile pensare che alcune esperienze possano essere studiate appositamente per i turisti. Tuttavia, è importante sottolineare che qui è tutto reale: si tratta di un vero tempio indù con veri fedeli che rendono omaggio, addirittura baciando il pavimento.
Questa autenticità si riflette nella devozione quotidiana dei pellegrini che, con gesti di profonda venerazione, testimoniano la sacralità del luogo. Il Karni Mata non è una semplice curiosità turistica, ma un sito di culto genuino, dove la spiritualità si mescola con l’inusuale, creando un’atmosfera unica che sfida le aspettative e arricchisce l’esperienza di ogni visitatore.
Karni Mata: la nostra visita si è svolta all’alba
All’interno del tempio si trovano grosse ciotole sempre piene di latte dove i topi possono dissetarsi, banchettando felici con i dolci offerti dai fedeli. Questa abbondanza di zuccheri, tuttavia, li rende inclini a malattie come il diabete e a disturbi di stomaco. Inoltre, i combattimenti tra loro contribuiscono a mantenere sotto controllo la popolazione del tempio, impedendo il sovrappopolamento.
Il tempio è visitabile durante tutto l’anno, a partire dalle 4 del mattino. Noi siamo arrivati all’alba, trovando pochissimi fedeli presenti. Purtroppo, a causa dei tempi stretti dovuti agli spostamenti e alle visite programmate per la giornata, non abbiamo potuto assistere alla puja, il rito di preghiera che si svolge ogni mattina alle 7, in mezzo a un tappeto di codine e testoline pelose.
La puja, un momento di profonda devozione, è un’esperienza che avremmo voluto vivere, immersi nell’atmosfera mistica di questo luogo unico, dove la spiritualità si intreccia con la quotidianità di questi piccoli e venerati roditori. L’assenza di questo rito ha lasciato un senso di incompletezza, ma ha anche alimentato il desiderio di tornare, per vivere appieno la sacralità del Karni Mata in tutto il suo splendore.
Karni Mata: la storia del Tempio
Si narra che Karni Mata sia il nome di una saggia indù vissuta presumibilmente tra il 1387 e il 1528 (151 anni), venerata in quanto considerata l’incarnazione della dea Durga.
Questa venerazione ha spinto il Maharaja Ganga Singh di Bikaner a ordinare la costruzione di due templi in suo onore. Il più famoso di questi è il Tempio Karni Mata di Deshnoke, completato intorno alla fine del XX secolo.
Costruito in stile Mughal, il tempio è un capolavoro architettonico che fonde elementi dell’architettura indiana, persiana e islamica, arricchito da pregiati marmi e sfarzose decorazioni in oro e argento.
La presenza dei topi sacri, chiamati kabbas, insieme alla straordinaria architettura, rende questo luogo uno dei più particolari e affascinanti al mondo.
Come in tutti i luoghi di culto, anche nel tempio Karni Mata è possibile fare delle offerte, principalmente di due tipi.
La Dwar-Bhent è destinata ai sacerdoti Charan, mentre la Kalash-Bhent è riservata esclusivamente alla manutenzione e allo sviluppo del tempio. Queste tradizioni di offerta non solo sostengono la comunità religiosa, ma contribuiscono anche a preservare l’eredità culturale e spirituale di questo sito unico.
Il Tempio Karni Mata, con la sua storia millenaria, le sue leggende e le sue pratiche uniche, continua a essere un luogo di profonda devozione e un simbolo dell’incredibile sincretismo culturale e religioso dell’India.
Le leggende legate alla venerazione dei topi al Karni Mata
La leggenda del cantastorie
Come spesso accade in India, alla base della venerazione dei topi al Karni Mata ci sono antiche leggende, che si possono trovare in abbondanza in rete. Una delle più affascinanti narra che Karni Mata, venerata perché considerata reincarnazione della dea della potenza, chiese a Yama, il dio della morte, di riportare in vita il figlio di un cantastorie suo seguace.
Yama, inizialmente titubante, alla fine accettò di esaudire la richiesta di Karni Mata, ma a un prezzo molto alto. Infatti, il dio accettò di riportare in vita l’adepto a patto che da quel momento tutti i seguaci della dea morti si reincarnassero in topi.
Questa leggenda non solo spiega la presenza dei topi sacri nel tempio, ma aggiunge una dimensione di profondità spirituale alla venerazione che i fedeli dimostrano per questi animali. I topi, considerati incarnazioni degli antichi seguaci della dea, vengono trattati con il massimo rispetto e devozione, simbolizzando il ciclo eterno di vita, morte e rinascita.
Questa storia affascinante rende il Tempio Karni Mata non solo un luogo di culto, ma anche un sito ricco di significati e leggende che continuano a vivere attraverso le pratiche quotidiane dei devoti.
La leggenda del rifiuto di Yama
Un’altra versione della storia afferma che fu la dea, adirata per il rifiuto di Yama, a proclamare che tutti i suoi seguaci si reincarnassero in ratti. Questa variazione della leggenda mette in luce il potere e la determinazione di Karni Mata, sottolineando il suo ruolo non solo come benevola protettrice, ma anche come figura di grande autorità divina.
Offesa dal rifiuto del dio della morte, Karni Mata avrebbe utilizzato i suoi poteri per garantire che i suoi seguaci continuassero a vivere, anche se sotto forma di ratti. Questa trasformazione, lungi dall’essere una punizione, viene vista come una benedizione, poiché permette alle anime dei devoti di rimanere vicine al tempio e alla dea che venerano.
Questa versione della storia rafforza ulteriormente il legame spirituale tra i fedeli e i ratti del tempio, rendendo ogni piccolo roditore non solo un semplice animale, ma un simbolo vivente della presenza e della protezione divina di Karni Mata.
La venerazione dei ratti diventa così un atto di fede profonda, un riconoscimento del potere della dea e della continuità della vita attraverso le sue benedizioni.
Il Tempio Karni Mata, con le sue leggende e tradizioni uniche, offre un esempio affascinante di come la mitologia e la religione si intrecciano per creare luoghi di culto che sfidano le convenzioni e arricchiscono il patrimonio spirituale e culturale dell’India.
La leggenda della tragica morte del figlio di Karni Mata
In un’altra versione della leggenda, si narra che Karni Mata perse tragicamente il figlio, annegato. Disperata, implorò il dio della morte di riportarlo in vita. Tuttavia, il dio si rifiutò, affermando che era ormai troppo tardi, poiché l’anima del ragazzo si era già reincarnata. Karni Mata, furiosa alla notizia, proclamò che da quel momento tutti i membri della sua famiglia, dopo la morte, si sarebbero temporaneamente reincarnati in topi, sottraendo così le loro anime al controllo del dio della morte.
Questa leggenda aggiunge un’ulteriore dimensione di pathos e risolutezza alla figura di Karni Mata, trasformando la sua perdita personale in un atto di ribellione divina contro l’inevitabilità della morte. Molti abitanti di Deshnoke si considerano discendenti di Karni Mata e, per questo motivo, ogni giorno si recano al tempio per fare visita a quelli che credono essere i loro antenati reincarnati nei ratti sacri.
Questa tradizione non solo mantiene vivo il legame con la dea, ma rafforza anche il senso di comunità e continuità tra le generazioni. Il tempio diventa così un luogo dove il passato e il presente si intrecciano, e dove la devozione familiare assume una forma tangibile e quotidiana. La visita al tempio Karni Mata non è solo un atto di fede, ma anche un gesto di rispetto e affetto verso coloro che, secondo la leggenda, continuano a vivere sotto forma di piccoli e venerati roditori.
La leggenda di Laxman
In un’altra versione ancora si racconta che Laxman, figliastro di Karni Mata, annegò tragicamente in un lago mentre cercava di dissetarsi. Karni Mata, devastata dalla perdita prematura, implorò il dio della morte, Yama, di riportare in vita il ragazzo. Yama, inizialmente irremovibile, alla fine cedette alle suppliche della donna, concedendo a Laxman di reincarnarsi in un ratto. Questa concessione, tuttavia, non fu solo per Laxman, ma per tutti i figli maschi di Karni Mata.
Questa versione della leggenda mette in luce la tenacia e l’amore incondizionato di Karni Mata per i suoi figli, nonché la sua capacità di influenzare persino le divinità con la sua devozione e determinazione. Il risultato è una benedizione che trascende la singola vita, estendendosi a tutti i discendenti maschi della dea. Ogni ratto del tempio diventa così un simbolo vivente del sacrificio e dell’amore materno di Karni Mata, oltre che della sua volontà di sfidare l’inevitabilità della morte.
Questo mito rafforza il legame profondo tra i fedeli e i topi del tempio, rendendo ogni visita non solo un atto di devozione religiosa, ma anche un omaggio alla resilienza e alla protezione materna. La presenza dei ratti sacri, lontana dall’essere vista come un’inconvenienza, è celebrata come una manifestazione continua della grazia di Karni Mata. Per i visitatori, il tempio diventa un luogo dove si percepisce tangibilmente la connessione tra il divino e il terreno, in una fusione unica di mito, fede e tradizione.
La leggenda dei soldati disertori
Un’altra versione ancora racconta che 20.000 soldati disertarono da una cruenta battaglia. A quel tempo, la diserzione era punita con la pena di morte, quindi i soldati decisero di fuggire a Deshnoke, invocando il perdono di Karni Mata. La dea, mossa a compassione, concesse loro il perdono, trasformandoli in topi e offrendo loro il tempio come dimora. In segno di gratitudine per la clemenza ricevuta, i soldati giurarono eterna fedeltà a Karni Mata.
Questa leggenda aggiunge una dimensione epica e drammatica alla storia del Tempio Karni Mata, illustrando il potere di misericordia e protezione della dea. La trasformazione dei soldati in topi non è vista come una punizione, ma come un atto di salvezza e redenzione, permettendo loro di sfuggire alla morte e di trovare un rifugio sicuro sotto l’ala protettiva di Karni Mata.
Il giuramento di fedeltà eterna dei soldati, ora incarnati nei topi sacri del tempio, simboleggia la devozione incondizionata e il legame indissolubile tra i fedeli e la dea. Ogni topo diventa così un testimone vivente di questa antica promessa, rafforzando il valore spirituale e storico del tempio. Per i visitatori, il Karni Mata non è solo un luogo di curiosità, ma un santuario dove storie di coraggio, fede e trasformazione si intrecciano, creando un’atmosfera di mistero e sacralità che affascina e ispira.
Queste sono le versioni più conosciute, ma ne esistono molte altre.
La leggenda del topo albino
Secondo una leggenda, chiunque entri nel tempio e veda un topo albino sarà benedetto con fortuna per sé e per i propri cari. Al contrario, pestare accidentalmente un topolino è considerato un segno di grande sfortuna. Si narra inoltre che, oltre alla sfortuna, il sacerdote del tempio potrebbe richiedere come risarcimento una quantità di oro equivalente al peso del piccolo animale.
Durante la nostra visita, abbiamo avuto la rara fortuna di avvistare un topo albino. Questo incontro fortuito ha aggiunto un tocco di magia alla nostra esperienza, riempiendoci di speranza e positività per il futuro. La presenza del topo albino non solo ha reso la nostra visita ancora più memorabile, ma ci ha anche connesso alle antiche tradizioni e credenze che rendono il Tempio di Karni Mata un luogo così affascinante e unico. Ogni leggenda, ogni piccolo dettaglio contribuisce a creare un’atmosfera di mistero e sacralità, dove il passato e il presente si fondono in un’esperienza spirituale e culturale senza eguali.
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Lutaaya fred -Reise Uganda Und Ruanda said on
Goditi l’avventur
Fabrizio said on
Grazie!!!