Etiopia, il sale di El Sod
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Etiopia, il sale di El Sod

Benvenuti, nell’articolo qui sotto vi parlo del sale di El Sod, la visita al cratere ed al lago salato, avvenuta nel corso del viaggio “Omo River Etiopia” effettuato con Avventure nel Mondo nel mese di gennaio 2015.

El Sod

Arrivati a El Sod ammiriamo dall’orlo del cratere il piccolo lago nero dove viene estratto il sale. Ci aspetta un breve trekking di mezz’ora per raggiungerlo. La discesa è piuttosto semplice, sarà diverso quando dovremo risalire soprattutto a causa del gran caldo (portate molta acqua perché si beve tantissimo). Accompagnati da una giovane guida locale ci avventuriamo giù per la ripida mulattiera ricavata nelle pareti del vulcano. Il sentiero si snoda in stretti tornanti dove spesso incrociamo i muli che trasportano il sale in sacchi che trasudano e perdono fango, in questi punti bisogna prestare attenzione a non scivolare.

Etiopia, il sale di El Sod
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Etiopia, il sale di El Sod

Il luogo ha caratteristiche talmente particolari che lo rendono un’attrazione da vedere per chi come noi viaggia verso il sud dell’Etiopia e l’Omo river. In lingua Borana El Sod significa “La casa del sale”, il sale migliore chiamato Ilkolee, che avrebbe anche proprietà curative per allergie e tiroide viene usato dalle persone, quello meno pregiato è per gli animali, somministrato al fine di rendere le loro carni più buone o utilizzato per la conservazione dei cibi.

Etiopia, il sale di El Sod
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Etiopia, il sale di El Sod
Etiopia, il sale di El Sod

Superato il dislivello in poco più di mezz’ora ci siamo trovati ad osservare le biancastre rive del lago e gli uomini che con un metodo singolare estraggono il sale da questo deposito naturale, i Borana lo portano in superficie calandosi in apnea aiutandosi con pali piantati sul fondo del lago. Lavorano completamente nudi e dal fondo melmoso del lago prelevano blocchi di sale nero che viene steso al sole ad asciugare. Il periodo migliore per estrarre il sale è la stagione secca, quando la raccolta è facilitata dal basso livello dell’acqua.

Etiopia, il sale di El Sod
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Etiopia, il sale di El Sod

Il tema della povertà che spinge le persone a lavori disumani si ripropone spesso nei nostri viaggi e suscita ogni volta forti emozioni. Ho avuto la sensazione che i due ragazzi reclutati dalla guida per la dimostrazione non lo facessero di mestiere, questo nel lago di El Sod è un lavoro davvero duro e pericoloso, che mina la salute dei lavoratori.

Etiopia, il sale di El Sod
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Etiopia, il sale di El Sod

Informazioni della guida e fotografie hanno richiesto poco più di un’ora, poi abbiamo dovuto affrontare una caldissima risalita che ha richiesto circa tre quarti d’ora, con soste obbligate per far passare i muli che scendevano verso il lago per un nuovo carico di sale. Accaldati ci siamo fermati ad acquistare acqua fresca in un villaggio Borana, una sosta utile e, inattesa, un’occasione inaspettata per fotografare i colori dell’Africa.

Etiopia, il sale di El Sod
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Qui sopra l’articolo pubblicato su Adobe Creative Cloud Express

Il sale di El Sod

Ho pubblicato altri articoli sul viaggio Omo River Etiopia: Etiopia, il salto dei tori, Etiopia: i Karo, Etiopia, i Mursi

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Sono d’accordo, l’Omo river è uno di quei viaggi che entrano nell’anima e rimangono nel cuore, grazie Eros per il commento e per come hai coordinato il nostro Omo river.

come sempre foto bellissime e posti particolari come il lago nero. Ho letto tante volte il programma di Omo River ma nessuno si fermava a El Sod. Tu hai avuto la fortuna di trovare coordinatori molto interessati. anche a Cuba. non so come si chiamava il viaggio se Cuba libre o altro ma nel redazionale e geografico di avventure non è citata l’escursione alla Comandancia. Complimenti comunque per le foto e per il lavoro certosino che hai fatto
per farcele vedere! un caro saluto Mara

E’ vero Mara ho sempre avuto ottimi coordinatori, a Cuba ho fatto il Cuba breve e in due settimane abbiamo visto davvero tantissimo, grazie Mara un abbraccio.

foto bellissime, io ho viaggiato pochissimo, spero di poterlo fare presto, ma con le tue foto e’ come fossi li, sul posto….un caro saluto anche a Cristina

Bellissimo, Fabri! Che nostalgia dei quel bellissimo viaggio! Meno male che ci sei tu che ci fai rivivere le emozioni di quel momento! Ciaoooo

Ho fatto anch’io il viaggio “Omo River” con Avventure nel Mondo nel 1996 circa. Il coordinatore era un triestino (non ricordo il suo nome) un cristone alto 2 metri che, quando arrivammo a El Sod, si fece largo davanti ai “guardiani” locali che stavano in alto e praticamente ci chiedevano una sorta di biglietto per scendere. Lui praticamente “sfondò” e questi ci lasciarono passar un pò perplessi. Sinceramente io avevo un pò paura di conseguenze rispetto a questo comportamento, ma tutto andò bene. Il lago è praticamente identico. Forse c’è un pò meno d’acqua, si potrebbe essere ristretto. Ricordo dall’alto la prima impressione di questo lago nero, inaspettato, magico. All’epoca si viaggiava senza conoscere ciò che si sarebbe visto. Non c’era internet, si andava a voce. Il coordinatore sapeva, ma non ci disse nulla. Raramente si leggeva il resoconto dei viaggi precedenti, se li leggeva lui. Anche volendo, non c’era tempo, le tappe erano molto ravvicinate, appena il tempo di montare la tenda, cenare, dormire 4-5 ore, rismontare la tenda e ripartire. Scesi lungo il sentiero, ci trovammo al cospetto di questi cercatori di sale. Erano sospettosi e scostanti, giustamente. Vedendo le foto del servizio mi ha dato l’impressione, o forse è il mio ricordo sbiadito, che fossero etnicamente un pò diversi. Erano proprio “neri” color ebano, molto atletici e nudi. Emergevano dall’acqua con gli occhi spiritati per la fatica, come fossero in trance. Ricordo che mi avvicinai a uno di questi mentre usciva. Aveva il corpo realmente scultoreo, come una statua greca , luccicava al sole in quanto era pieno di sale bianco rappreso. Ne sarebbe uscita forse una foto da national Geographic, ma lui mi fulminò con lo sguardo, e lasciai perdere. Pensai “questo qui mi ammazza”…. La fotografia infatti “ruba l’anima”.

Grazie Massimo per aver condiviso il tuo affascinante racconto! È davvero sorprendente quanto un viaggio possa restare vivido nei ricordi anche dopo tanti anni. La descrizione che fai del tuo incontro con i “guardiani” e i cercatori di sale a El Sod è potente, quasi cinematografica: si percepisce il contrasto tra l’incertezza di quel momento e la maestosità della natura selvaggia che vi circondava. Il fatto che allora si viaggiasse senza internet, affidandosi all’esperienza diretta e alla narrazione orale, aggiunge un’aura di mistero che oggi, in un mondo iperconnesso, sembra quasi perduta. Quell’immagine del lago nero, magico e inaspettato, che ti ha colpito dall’alto, e l’incontro con quegli uomini scolpiti dal lavoro e dalla fatica, con i loro corpi che luccicavano di sale, sono descrizioni che lasciano senza fiato. Hai colto l’essenza del viaggio come esperienza trasformativa, dove non tutto può o deve essere fotografato, ma va vissuto e rispettato. Il tuo rispetto per l’umanità di quei cercatori di sale, il tuo istintivo passo indietro di fronte al loro sguardo intenso, rivela una comprensione profonda del valore culturale e spirituale del momento. La fotografia, come dici tu, a volte può sembrare “rubare l’anima”, ma i tuoi ricordi, custoditi nel cuore, restano immortali, forse ancor più potenti di una foto da National Geographic. Sembra proprio che quell’avventura ti abbia segnato profondamente, lasciandoti con immagini e sensazioni che vanno oltre il semplice viaggio, trasportandoti in una dimensione di rispetto e meraviglia verso mondi e culture che all’epoca erano ancora inaccessibili a molti.

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